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Storia della parola “buonismo” e di come ha fatto il giro

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

In un articolo pubblicato su Rivista Studio, Anna Momigliano prova a ricostruire la storia del termine “buonismo”.

[…] Scrivendo sul Post, Giacomo Papi sosteneva che «fu inventata dal professor Ernesto Galli Della Loggia in un editoriale intitolato “L’Ulivo di Prodi o Garibaldi” pubblicato il 1° maggio 1995 sulla prima pagina del Corriere della Sera». In realtà, esisteva già prima. Già negli anni Ottanta la utilizzava Edoardo Sanguineti, anche se nella critica letteraria: a un certo punto scrive di «un Faust buonista e pentito». Una ricerca su Google Ngram Viewer – la funzione che permette di vedere la ricorrenza di una parola sui libri scannerizzati, ma che non va oltre al 2008 – dimostra che il termine buonismo cresce costantemente dal 1985 e conosce un’impennata intorno al 2005. Un’altra ricerca, questa volta su Google Trends – che monitora le ricerche, non i testi, e parte dal 2004 – mostra almeno quattro picchi: uno, appunto, del 2005, poi un altro nel 2011, un terzo del 2015-2016 e un ultimo del luglio di questo anno. Presumo gli ultimi tre si riferiscano, nell’ordine, al dibattito sul cattivismo e il buonismo sui social, agli anni degli sbarchi e all’attuale governo. Cosa succedeva, invece, 15 anni fa? Succedeva che a prendersela col buonismo eravamo (più o meno) noi.

Immagine da pxhere.

 


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