Isobel Cockerell (testo) e Louiza Vradi (fotografie) su Coda raccontano il fenomeno dell’immigrazione albanese in Gran Bretagna. Il racconto parte dalla storia recente di Kukes, un paesino albanese in profonda crisi demografica per via di questa ondata di emigrazione recente, che si aggiunge alle tendenze decennali condivisi in larga parte dell’Albania.
Billa, 32 anni, ha scelto di non andarsene. Ha trovato un lavoro nella sua città natale ed è rimasto con la sua famiglia. Ma per una persona della sua età, è un’eccezione.
Si può percepire il vuoto ovunque si vada, mi ha detto. «I medici vanno tutti all’estero. I ristoranti sono sempre alla ricerca di baristi o camerieri. Se hai bisogno di un idraulico, non ne trovi uno.» L’auto di Billa si è rotta di recente. Fortunatamente, ama riparare le cose da solo — perché è difficile trovare un meccanico.
Nel frattempo, c’è una realtà parallela che si svolge lontano da casa, una realtà che gli abitanti di Kukes intravedono su TikTok e Instagram. I loro feed mostrano una visione molto curata di come potrebbero essere le loro vite se lasciassero questo posto: buoni lavori, molti soldi, shopping in negozi firmati e giri per Londra su auto veloci.
Il lato oscuro di questo fenomeno però è ormai tristemente noto; molti di questi giovani albanesi che sfoggiano uno stile di vita benestante a Londra, in realtà lavorano per entità criminali, specialmente nella coltivazione e nella vendita di cannabis illegale.
Le bande criminali albanesi in Gran Bretagna hanno preso il controllo del traffico illegale di coltivazione di marijuana nel paese, subentrando alle bande vietnamite che avevano precedentemente dominato il mercato. Il lockdown nel Regno Unito — con le sue strade silenziose e le attività commerciali ed edifici recentemente vuoti — ha probabilmente creato le condizioni perfette per allestire nuove coltivazioni di cannabis in tutto il paese. Durante il lockdown, queste bande hanno ampliato la produzione e necessitavano di una forza lavoro in costante crescita per curare le piante — coltivandole sotto lampade ad alto voltaggio, annaffiandole e trattandole con prodotti chimici e fertilizzanti. Così hanno iniziato a reclutare.
Nel traffico di esseri umani, svolge un ruolo importantissimo la piattaforma TikTok:
TikTok proponeva loro contenuti relativi al traffico di esseri umani — così, mentre guardavano altri video non correlati, improvvisamente un post anonimo che pubblicizzava un passaggio economico per il Regno Unito appariva nel loro feed «Per te».
TikTok è diventato un importante strumento di reclutamento. Video che pubblicizzavano «saldi del Black Friday» offrivano sconti speciali dopo le dimissioni di Boris Johnson, dicendo alle persone di affrettarsi prima che entrasse in carica un nuovo primo ministro, o quando il Ministero dell’Interno britannico (Home Office) annunciò la sua politica di ricollocare i migranti in Ruanda.
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