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Tra migranti e migration compact

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Su suggerimento e a cura di @lara

È di qualche giorno fa la notizia della morte di più di 700 persone nel Mediterraneo, nel tentativo di arrivare dalle Libia all’Italia: il conteggio è dell’ONU, e la cifra si riferisce alla sola ultima settimana di maggio. Secondo molti la chiusura della rotta balcanica ha fatto aumentare il numero di migranti che tentano invece la via per l’Italia: qui un lungo e interessante reportage del Post sulla situazione degli hotspot e degli SPRAR della Puglia.

La questione è cercare di fermare queste persone? Secondo un editoriale del Guardian, tradotto qui da Internazionale, no. È invece necessario pensare ad un sistema funzionante di gestione degli ingressi. Ad oggi la Commissione Europea sta premendo perché i ricollocamenti aumentino.

Una proposta per iniziare a gestire il flusso dei migranti non solo internamente all’UE, ma anche con attori esterni, è stata fatta dall’Italia, con il migrant compact. Sulla scia dell’accordo con la Turchia, il migrant compact ha come obiettivo la creazione di un accordo economico e di cooperazione con i paesi africani in cambio di un effettivo controllo dei confini, della lotta contro il traffico di esseri umani, di gestione dei flussi e di cooperazione nelle riammissioni.

Questo piano ha ricevuto delle lodi da parte della Commissione Europea che sta ora lavorando su un documento a partire dalla proposta italiana, ma anche delle critiche da alcune ONG.

 

Immagine da Wikimedia Commons


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