In un articolo pubblicato su Il Manifesto (sullo stesso tema Avvenire), Roberto Ciccarelli propone un’analisi degli ultimi dati sulla povertà nel nostro Paese.
Un milione di poveri assoluti in più nel primo anno della pandemia: da 4,6 milioni nel 2019 a oltre 5,6 nel 2020. Le famiglie in povertà sono oltre due milioni. Senza un’evoluzione del cosiddetto «reddito di cittadinanza» verso un reddito di base l’anno prossimo ci ritroveremo a commentare l’aumento di un altro milione di poveri. Questa misura può essere creata innalzando i criteri di accesso come l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) liberato da vincoli e condizionalità che oggi escludono i soggetti più colpiti: i lavoratori poveri che hanno perso il lavoro e i cittadini extracomunitari residenti da meno di dieci anni.
Le stime comunicate ieri dall’Istat sono definitive. Mai questo livello era stato raggiunto dal 2005, anno in cui sono iniziate ad essere compilate le serie storiche. Rispetto alla crisi del 2007-2008, da cui l’Italia non si è ancora ripresa, quella innescata dal Covid si annuncia peggiore, mentre gli strumenti del Welfare restano inadeguati.
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