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Vito Volterra tra immaginazione e progetto

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MaddMaths! propone il testo di un discorso tenuto qualche anno fa da Roberto Natalini durante la giornata “Non solo matematica: Guido Castelnuovo, Federigo Enriques, TullioLevi-Civita, Vito Volterra: quattro menti per la cultura, contro l’oppressione”, svoltasi nel comune di Frascati, presso Villa Mondragone, nel maggio del 2014. Natalini incentrò il suo discorso in particolare sulla figura del matematico e fisico antifascista Vito Volterra – del quale l’anno prossimo ricorrerà il 160esimo anniversario della nascita -, raccontandone la storia e passando in rassegna alcuni dei suoi principali contributi nel campo della matematica, della fisica, della biologia e della politica.

Per parlare di Volterra è utile forse seguire un ordine vagamente cronologico, per non perdersi nella moltitudine delle sue diverse e a volte sorprendenti attività. Nato nel 1860, ad Ancona, perse il padre quando aveva solo due anni e crebbe con la madre Angelica Almagià e lo zio materno Alfonso. Da subito mostrò una forte predisposizione per la matematica e la fisica e lui stesso racconta, in alcune note autobiografiche, di come la sua immaginazione fosse scatenata dalla lettura di libri di divulgazione scientifica e dai romanzi di Verne (cercò a 13 anni di calcolare la traiettoria del razzo come descritta in “Dalla terra alla luna”, ritrovando da solo alcune idee del calcolo infinitesimale. Io, 96 anni dopo, feci la stessa fantasia in un’estate in cui sulla luna ci si andava davvero, ma senza nemmeno un briciolo del suo intuito). Insomma, come vedremo, alla base della sua formazione, la fantasia e l’immaginazione, ma anche la serietà e lo studio intenso, giocarono un ruolo sempre molto importante, capace di fargli superare tutte le difficoltà economiche che affliggevano la sua famiglia. Entrato presso la Scuola Normale di Pisa a 19 anni, si dedicò dapprima alla teoria delle funzioni sotto la direzione di Ulisse Dini, ma ben presto si avvicinò a Enrico Betti, che aveva interessi in teoria dell’elasticità e topologia algebrica, laureandosi in fisica nel 1882 sotto la sua direzione. In pochi anni sarebbe diventato professore di meccanica razionale a Pisa e membro corrispondente dell’Accademia dei Lincei. Nella sua opera, già dal primo periodo, è difficile tracciare una chiara linea di demarcazione tra il lavoro in analisi e quello in fisica-matematica.

Immagine da Wikimedia.


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