A cura di @cii.
Sul Manifesto (link alternativo), Yurii Colombo racconta le prigioni russe
Uno stanzone spoglio. La telecamera non va subito a fuoco, poi l’inquadratura si stabilizza. Un’ammucchiata, venti contro uno. Tre secondini tengono immobilizzato un detenuto, altri sei o sette si danno il cambio per picchiarlo, scientificamente, sui genitali, sulle ginocchia, sui talloni. Altri ancora osservano e ridono. E quando l’uomo perde conoscenza, acqua gelata sul viso: che soffra da cosciente.
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