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L’irrazionalità dei “dati” ed il progresso scientifico [EN]

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Michael Strevens (professore di filosofia alla New York University) pubblica su Aeon il breve saggio Keep science irrational in cui discute il rapporto, all’interno della scienza contemporanea, tra teorie scientifiche e dati sperimentali.

Il consenso contemporaneo che, per prendere in prestito le parole di Stephen Hawking, “l’unica cosa che mi importa è che la teoria preveda le misure sperimentali” sarebbe un’affermazione tinta di fondamentalismo, che esclude altri criteri di accettabilità di una teoria scientifica, quali “eleganza teorica, unità, coerenza filosofica” — criteri tutt’ora utilizzati dagli scienziati che, però, sono costretti a tacere nel momento in cui passano dalla divulgazione alla pubblicazione dei propri lavori.

Portando esempi storici (Gellmann ed i quark) e contemporanei (l’esperimento LIGO), Strevens vuole convincerci che fare affidamento solo sui dati sperimentali è, al tempo stesso, una scelta fondamentalmente irrazionale e purtuttavia cruciale nell’aver lanciato la rivoluzione scientifica.

 

Immagine da Wikimedia Commons


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