Un lungo articolo del Guardian, a firma di Ivan Krastev and Stephen Holmes sul successo dei partiti illiberali nei paesi dell’Europa centro orientale.
Perché molte delle democrazie nate dopo il crollo del comunismo si sono trasformate in regimi semiautoritari ad alto tasso di complottismo? Probabilmente non c’è una sola causa per un fenomeno che ha riguardato paesi con situazioni diverse, però è un fatto che il vento sia mutato
L’entusiasta riproduzione dei modelli occidentali, accompagnata com’era dall’evacuazione delle truppe sovietiche dalla regione, fu inizialmente vissuta come liberazione. Ma dopo due decenni travagliati, i lati negativi di questa politica di imitazione sono diventati troppo evidenti per essere negati. Intorno al 2010, nell’Europa centro orientale le locali versioni della liberaldemocrazia erano state indelebilmente infangate da due decenni di crescente disuguaglianza sociale, massiccia e capillare corruzione nonché da una moralmente discutibile ridistribuzione della proprietà pubblica nelle mani di un piccolo numero di persone.
La reputazione del liberalismo nella regione non si è mai ripresa dal 2008. La crisi finanziaria globale ha notevolmente indebolito la causa, ancora sostenuta da un pugno di economisti formati in occidente, di continuare ad imitare il capitalismo american-style. La fiducia che la politica economica dell’Occidente fosse un modello per il futuro dell’umanità era collegata alla convinzione che le élite occidentali sapessero quello che stavano facendo. All’improvviso fu ovvio che non lo sapevano.
Il passare del tempo ha cominciato a cancellare dalla memoria collettiva persino i lati più oscuri dell’illiberalismo europeo. Nel frattempo, partiti al potere come Fidesz in Ungheria e PiS in Polonia hanno cercato di screditare il liberalismo per sfuggire alle legittime accuse di corruzione e abuso di potere. Per giustificare lo smantellamento della stampa e della magistratura indipendenti, affermano di difendere la nazione dai nemici “che hanno il cuore altrove”.
Il percorso finale è il rifiuto del concetto di una società che si basa sui diritti costituzionali degli individui. Specie dopo la crisi dei rifugiati del 2015 l’idea di base è che bisogna difendere i diritti della maggioranza bianca e cristiana oggi in pericolo mortale. “Noi siamo i veri Europei” si dice a Varsavia e Budapest, “se l’Europa vuole salvare se stessa deve prendere noi dell’est come punto di riferimento”.
Immagine da European People’s Party, flickr.
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