Carmen Giménez ha curato la mostra che il museo del Prado ha in programma fino al 17 settembre nell’ambito delle iniziative per celebrare il 50° anniversario della morte di Pablo Picasso. Le celebrazioni per Picasso 1973-2023 sono strutturate intorno a una cinquantina di mostre ed eventi in Europa e in Nord America. Nella mostra al Prado sono esposti documenti che testimoniano anche il legame tra Picasso e il Museo, un rapporto iniziato da copista e concluso con la nomina a direttore. La mostra ha però come scopo principale quello di proporre una riflessione sull’importanza dell’influenza di El Greco sull’opera di Picasso.
Whereas the majority of experts have coincided in limiting the influence of El Greco almost exclusively to Picasso’s earliest output, this exhibition argues that the influence was much more profound and long-lasting given that it was particularly crucial for the development of Cubism, especially for Analytical Cubism, as evident in works such as The Aficionado and The Accordionist.
Although a student at the Royal San Fernando Fine Arts Academy, his letters and drawings from that period reveal that he spent more time at the Museo del Prado copying works by the great Old Masters than at the Academy itself. “El Greco, Velázquez, inspire me!” and “I, El Greco” are phrases that appear on drawings from those years. They constitute nothing less than a statement of intent by a seventeen-year-old student who saw in El Greco’s work the germ of precisely what was required to liberate modern painting. At that period El Greco was not a highly regarded artist.
Su questa indagine di Carmen Giménez e il suo allestimento al Prado è uscito un articolo piuttosto critico firmato da Peio H. Riaño (storico dell’arte, giornalista e scrittore) sulle pagine del quotidiano El Pais. Secondo Riaño le tesi di Giménez non superano un esame visivo delle opere:
L’idea di Giménez sul ruolo fondamentale di El Greco nella genesi del Cubismo analitico non si manifesta nell’esposizione, al di là dei colori utilizzati nei dipinti giustapposti dalla curatrice. Secondo Falomir (NdR direttore del Prado), il pubblico che si reca in galleria «non potrà non percepire una serie di connessioni», però in conferenza stampa non è entrato nel dettaglio di nessuna di queste connessioni.
Anche dal punto di vista documentale non vi sarebbero elementi a supporto di El Greco come ispirazione per il Cubismo analitico di Picasso:
«Picasso vide in El Greco un atto di ribellione contro il gusto dominante». Ma nella mostra non c’è alcun documento scritto da Picasso a sostegno di questa interpretazione. In altri momenti della carriera eclettica del pittore di Guernica, sembra esserci una relazione più evidente con El Greco, soprattutto nel periodo blu. «Avevo già visto alcuni dei suoi quadri, che mi avevano stupito. Decisi di fare un viaggio a Toledo e mi colpì profondamente… Se le mie figure del periodo blu sono allungate, probabilmente è per la sua influenza», disse al fotografo ungherese Brassaï. Ma non c’è una sola dichiarazione così rivelatrice sull’origine del cubismo analitico, fase così importante sia per la sua carriera che per la storia dell’arte, di cui parlò fino alla nausea.
Palazzo Reale a Milano ha intanto in programma quest’anno, a partire dall’11 ottobre, una grande mostra su El Greco. Ne parla Arte.it.
Quando arrivò per la prima volta a Venezia, Domínikos Theotokópoulos, in arte El Greco, aveva 26 anni. Il pittore, scultore e architetto greco, vissuto in Italia e in Spagna, tra le figure più importanti del tardo Rinascimento spagnolo, considerato il primo maestro del Siglo de Oro, intrattenne con il nostro paese un rapporto speciale. Questo legame artistico, oltre che affettivo, sarà uno dei tanti aspetti che illumineranno l’inedito progetto espositivo dedicato al maestro, in arrivo per la prima volta a Milano. Dall’11 ottobre all’11 febbraio gli spazi del piano nobile di Palazzo Reale ospiteranno il percorso intitolato El Greco, promosso dal Comune di Milano e prodotto da Palazzo Reale e Mondomostre con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia. L’esposizione, curata da Juan Antonio García Castro, Palma Martínez – Burgos García e Thomas Clement Salomon, accoglierà 40 opere del maestro cretese, inclusi prestigiosi prestiti nazionali e internazionali, come i celebri San Martino e il mendicante e il Ritratto di Jeronimo De Cevallos del Museo del Prado, le due Annunciazioni del Museo Thyssen-Bornemisza, il San Giovanni e San Francesco delle Gallerie degli Uffizi.
Nota: Cubismo analitico da Wikipedia.
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