un sito di notizie, fatto dai commentatori

Nemici del popolo

0 commenti

Un articolo dell’Istituto CEPR indaga sull’effetto multigenerazionale del possesso di conoscenze e capacità, prendendo come spunto la storia della deportazione di milioni di cosiddetti ”nemici del popolo” nell’epoca staliniana.

Se nell’Unione Sovietica dell’Uomo d’Acciaio la deportazione in Siberia era una pena comune per tutti i criminali, questa pena colpiva in modo particolare gli oppositori politici, chiamati “nemici del popolo”. Questi erano in media più istruiti e benestanti dell’abitante medio dell’ex Impero Russo.

I “nemici del popolo” costituivano circa il 30% dei prigionieri. Di conseguenza, il Gulag aveva una popolazione più istruita rispetto al resto dell’URSS. Nel 1939, la quota di prigionieri del Gulag con un’istruzione universitaria era dell’1,8%, tre volte superiore rispetto all’intera Unione Sovietica, secondo il censimento sovietico dello stesso anno.

Uno di questi nemici del popolo era l’economista Nikolai Kondratiev, noto per i suoi contributi alla teoria dei cicli economici. Nel 1930 fu inviato in un campo di Gulag a Suzdal, a nord-est di Mosca, poiché le sue teorie economiche non erano in linea con il partito. Per diversi anni riuscì a produrre ricerche mentre era imprigionato, ma fu infine giustiziato durante il Grande Terrore del 1938. Solo un anno dopo, Joseph Schumpeter suggerì di riferirsi ai lunghi cicli economici come onde di Kondratiev.

Dopo la morte di Stalin nel 1953, i campi iniziarono a chiudere, ma molti ex-prigionieri finirono per stabilirsi e continuarono a lavorare per gli stessi progetti industriali.

Poiché i “nemici del popolo” spesso finirono per rimanere nella città del loro campo dopo la caduta del Gulag, il loro reinsediamento forzato potrebbe aver avuto effetti persistenti, probabilmente tramite una trasmissione intergenerazionale del capitale umano.  Con il termine capitale umano si intende:

…l’insieme di conoscenze, competenze, abilità, emozioni, capacità relazionali, acquisite durante la vita da un individuo e finalizzate al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli o collettivi.

Secondo ricerche recenti i discendenti dei “nemici del popolo” sono ancora oggi più istruiti e vivono in luoghi più benestanti rispetto alla media.

A più di 60 anni dalla morte di Stalin e dalla fine del Gulag, le aree intorno ai campi che avevano una maggiore presenza di “nemici del popolo” sono oggi più ricche, come dimostrato dai salari e dai profitti delle aziende, nonché dalle luci notturne pro capite. Riteniamo che l’istruzione trasferita dai “nemici del popolo” forzatamente dislocati ai loro figli e nipoti spieghi in parte la prosperità delle località russe. Il nostro studio può essere considerato un esperimento naturale che identifica la persistenza a lungo termine di un’istruzione superiore e i suoi effetti sulla prosperità nel lungo periodo. Tristemente, evidenzia anche come atti atroci compiuti da individui folli possano influenzare il percorso di sviluppo delle località per molte generazioni.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.