Un tempo il settimanale Topolino, e le varie pubblicazioni a esso collegate, faceva spesso riferimenti ai grandi eventi sportivi contemporanei, come Olimpiadi e Mondiali. Ora non è più così, spiega un articolo di Fumettologica, a causa dei crescenti timori di trovarsi citati in causa per riferimenti non autorizzati a simboli coperti da copyright.
Le storie a tema olimpico, realizzate in occasioni dei Giochi, sono diventate con gli anni un classico, e hanno prodotto capolavori come le Paperolimpiadi. L’ultima storia a tema, però, risale alle Olimpiadi di Rio del 2016, quando l’allora direttrice Valentina De Poli riuscì a ottenere un consenso informale dal CONI. Anche le ristampe di vecchie storie vengono modificate, per sostituire i riferimenti espliciti con più vaghi accenni a “sport” e “gare”. Si tratta di un cambiamento affine alla maggiore autocensura verso i temi dell’attualità che caratterizza l’attuale gestione di Disney Italia (qua una vecchia discussione su uno di questi riferimenti, qua un recente caso controverso).
«Alla fine», dichiara Bertani, «nulla impedisce che le stesse emozioni e atmosfere i lettori le possano vivere tramite parallelismi frutto della mera fantasia, che proprio perché separati e svincolati dalla realtà (in alcuni casi meno romantica di quanto si possa ritenere) riescono a svolgere una funzione archetipica a volte persino più forte».
Come puntualizza giustamente il direttore, non significa che non si possano realizzare belle storie su temi importanti: gli autori Disney hanno da sempre dovuto confrontarsi con paletti e limiti e li hanno saputi aggirare con la forza dell’allusione. Tuttavia, questo ulteriore restringimento degli immaginari rischia di togliere lo spigolo vivo alle storie e privarle di quello spirito del tempo che invecchia le storie e obbliga i grafici a sostituire “Los Angeles ‘84” con “Barcellona ‘92” ma allo stesso tempo le rende materia immediata e pulsante di vita.
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