Anna Meldolesi con un articolo su Osservatorio Terapie Avanzate ci parla dell’ultimo evento nella battaglia legale sulla tecnica CRISP fra le due premi Nobel 2020 Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, e Feng Zhang.
Charpentier e Doudna sono state le prime a pubblicare su una rivista scientifica, con il loro fondamentale paper su Science nel 2012, mentre Zhang ha perfezionato la tecnica per farla funzionare negli organismi superiori. A ingarbugliare la matassa, però, c’è il fatto che le due parti hanno fatto ricorso a strategie legali differenti e i brevetti in gioco sono molteplici. Il risultato è un risiko di procedure e tecnicismi in cui è difficile orientarsi se non si è esperti di diritto brevettuale.
La questione è complessa in quanto la contesa si è innescata su 2 brevetti già concessi dall’European Patent Office alle due ricercatrici i cui legali hanno però consigliato di ritirarli per non perdere la battaglia legale sul campo.
Questo sembra che non danneggerà le aziende che nel frattempo ne hanno acquistato le licenze in quanto le due sono intestatarie anche di altri brevetti che sono stati dati in licenza insieme ai due contestati.
Le scienziate direttamente coinvolte e il loro rivale non hanno rilasciato dichiarazioni, ma questa non è una novità, perché hanno sempre detto di considerare la disputa legale come una fastidiosa distrazione.
L’ideale probabilmente sarebbe stato che i due gruppi concorrenti condividessero i diritti di proprietà intellettuale, attuando una strategia comune volta a favorire un ampio uso della tecnologia a vantaggio di tutti. Così sostiene uno dei più quotati esperti di brevetti biotech, Jacob Sherkow, che è stato interpellato anche da Kevin Davies in un altro libro dedicato all’editing (“Riscrivere l’umanità”, Raffaello Cortina editore). Un giorno in commercio potrebbero arrivare innumerevoli prodotti a base di CRISPR, sviluppati anche con modelli diversi dalla classica Cas9, che è stata protagonista della saga in tribunale. Allora, secondo Sherkow, tutta questa disputa potrebbe apparire insensata. “Ci guarderemo indietro e diremo che assurdo spreco di denaro?”.
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