Anni a sfottere i boomeroni su Facebook che cascavano come dei polli per il clickbait del Corriere del Sannio o Imola Oggi, senza rendersi conto che quando una notizia o un titolo conferma i propri pregiudizi anche noi, persone comuni, ci caschiamo con entrambi i piedi, e siam pure ben felici di farlo. È quello che è successo con Nicola Pietrangeli e Jannik Sinner.
Da quando l’ascesa di Sinner è diventata inarrestabile, a ogni successo spunta fuori una intervista a Nicola Pietrangeli il cui unico obiettivo è quello di generare interazioni seguendo le più semplici tecniche acchiappa-clic: riportare una frase distorta e fuori contesto fino a rendere controverse le dichiarazioni, sfruttando la voglia di polemica di cui si nutrono le piattaforme sociali.
Caso più eclatante le famigerate «due vite», dove nel contesto Pietrangeli diceva — correttamente — che giocandosi oggi molte meno partite di Davis a Sinner non ne sarebbero bastate due di vite (ma nemmeno sei probabilmente) per pareggiarlo in numero di partite giocate, ma presa fuori contesto e opportunamente tagliata sembrava la rosicata suprema del vecchio di merda verso il giovane eroe, linfa vitale per quella fogna che chiamiamo giornalismo italiano.
In questo articolo di UltimoUomo, Emanuele Atturo si chiede se forse non è ora di basta.
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