Su suggerimento di @s1m0n4.

 

Qualche settimana fa WikiLeaks ha diffuso la bozza di un documento che tratta di privacy e di commercio globale, il Trade In Service Agreeement (TISA). Il TISA viene attualmente discusso da 23 paesi, che messi insieme rappresentano il 75% del mercato dei servizi globali.

Nascoste nell’appendice relativa all’e-commerce vengono definite nuove regole sul flusso di informazioni e privacy. Internet é un villaggio globale, ma i regolamenti sulla privacy sono di competenza locale. Se in USA si protegge solamente la cronologia dei video visionati e i dati medico-sanitari, l’UE ha normative più restrittive e più complesse, che includono, per esempio, il diritto all’oblio e la libertà di parola. La posta per le aziende statunitensi è alta. Mentre alcuni paesi europei temono che gli Stati Uniti esercitino pressioni per alleggerire le normative sulla privacy, altri hanno suggerito di vincolare i dati a livello locale, impedendone così l’accesso agli americani.

La bozza del TISA potrebbe ulteriormente indebolire l’autorità del paese in cui risiede il cittadino legando le normative sulla privacy al paese in cui servizio è situato.

But TISA is different. The leaked draft language, proposed by the U.S. and several other countries, states that a government may not prevent a foreign services company “from transferring, [accessing, processing or storing] information, including personal information, within or outside the Party’s territory.” Essentially, this says that privacy protections could be treated as barriers to trade. This language could strike most privacy regulations as they apply to foreign companies—and not just in the EU. It would also apply to U.S. regulation of foreign companies at home. For instance, U.S. health privacy law requires patient consent for health information to be shared. This, technically, is a restriction on transferring information that could be invalidated by TISA, if nothing changes.

 

Immagine CC BY 2.0 di Saad Faruque da Wikimedia Commons