Un articolo pubblicato su Prisma Magazine spiega il ruolo della modellistica matematica nella comprensione – e quindi nella prevenzione – degli effetti dannosi prodotti dall’inquinamento atmosferico su gran parte del nostro patrimonio culturale.
Nel 2019 i giovani hanno portato all’attenzione mondiale il drammatico problema dell’inquinamento del nostro pianeta e le sue conseguenze sui cambiamenti climatici. Non meno gravi sono gli effetti dell’inquinamento sul degrado del patrimonio storico e artistico, che vede l’Italia tra i principali custodi. Proprio a causa del rapido mutare delle condizioni ambientali, lo stato di alcuni dei monumenti e dei manufatti più importanti al mondo, costituiti da pietre carbonatiche quali il marmo, il travertino e materiali simili, ha subito un notevole peggioramento, tanto che il deterioramento negli ultimi cinque decenni risulta addirittura superiore rispetto a quello subito nei precedenti duemila anni.
Tale fenomeno è il risultato della sovrapposizione sia di azioni meccaniche che di fattori chimici, fra i quali l’inquinamento atmosferico riveste il ruolo principale. Sebbene l’inquinamento nelle aree urbane europee sia diminuito notevolmente negli ultimi anni, l’agente più aggressivo per i monumenti esposti all’aperto resta l’anidride solforosa (SO2) emessa dagli scarichi industriali, dal riscaldamento domestico e dal traffico automobilistico. In particolare l’SO2 reagisce con il carbonato di calcio delle pietre calcaree producendo uno strato esterno di gesso (solfato di calcio) con conseguente formazione di rigonfiamenti ed esfoliazioni: il cosiddetto processo della solfatazione del marmo.
Immagine da Wikimedia.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.