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Acrobati sulla scia luminosa di una stella morente

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In un lungo articolo pubblicato su SentireAscoltare, Valerio Di Marco ripercorre la storia degli U2.

Un’arrampicata, quella dei Nostri, iniziata un sabato d’inizio autunno del 1976 e avente come centro di gravità la Mount Temple Comprehensive School, istituto frequentato in larga parte da ragazzi della medio/piccola borghesia dublinese. Si badi che essere borghesi a Dublino negli anni ’70 significa essenzialmente avere un’abitazione di proprietà, spesso fuori dal centro, e il più delle volte un solo stipendio fisso entrante in casa con il quale il capofamiglia deve mantenere moglie e – nella maggior parte dei casi – due o tre figli. L’anno scolastico è appena iniziato e ciò comporta per i ragazzi, oltre al ritorno sui banchi, il recupero – dopo la pausa estiva – di buone e sane abitudini tipo riunirsi il sabato pomeriggio con gli amici per ascoltare dischi, ragionando dei prossimi concerti in città e delle fighe da puntare. Un bel giorno, Larry Mullen, un quasi quindicenne di buona famiglia cattolica (faremo più di qualche volta riferimento alla religione nel racconto di questi primi anni in quanto in Irlanda, nei Settanta – ma anche dopo, in verità -, rappresenta ancora un aspetto centralissimo della sfera intima e sociale delle persone) e con la passione della musica, stufo di ascoltarli solamente, i dischi (sul tema fighe invece non ci esprimiamo, ma va detto che in questa fase storica un certo rigore morale – se poi autentico o se solo di facciata è un altro discorso – è ancora tipico delle famiglie della classe media irlandese, in primis per via delle suddette convinzioni religiose), decide che è venuto il momento di formare una band. Lui è un batterista e in passato ha fatto parte della storica Artane Boys Band (esiste ancora oggi ma senza Boys nel nome, visto che dal 2004 vi sono ammesse anche le donne), una marching band per giovani musicisti, di quelle che suonano alle parate ufficiali, da cui se n’è andato per due ragioni: 1) si passava più tempo a imparare gli spartiti che a suonare; 2) gli avevano chiesto di tagliarsi i capelli. In verità, vorrebbe pure cambiare genere: anche per un tipo inquadrato, schematico e portato a non fare mai il passo più lungo della gamba come lui, le regole dello stile marziale sono troppo costrittive. E allora che fa? Prende carta e penna e scrive un annuncio che appende nella bacheca della sua scuola. Lo stile – da par suo – è asciutto, stringato: «Batterista cerca musicisti per formare una band»; però è efficace, visto che all’appello rispondono in tanti, un’umanità varia che si ritrova nel leggendario primo incontro di quelli che diventeranno gli U2 tenutosi nella cucina della casa della famiglia Mullen. È il 25 settembre 1976.

Immagine da Flickr.

 


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