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Addio Elise: la fine di un’epoca

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Tutte le cose belle prima o poi volgono al termine, così, dopo 25 anni di onorata carriera, Lotus ha scelto di interrompere la commercializzazione della piccola di casa, l’Elise , e della sua progenie più potente, l’Exige, celebrandone l’uscita di scena con una “Final Edition” per entrambi i modelli. L’Elise Final Edition Sport 240 è già stata provata da Top Gear su strada.

Lotus ha già dichiarato di aver messo in cantiere una serie di modelli basati su piattaforma modulare, il progetto Tipo 131, che in un colpo solo andranno a sostituire Elise, Exige ed Evora.

La storia del progetto 111, o One-Eleven, nomenclatura interna per l’Elise, è un pezzo di storia anche italiana: il modello nasce nel 1996, quando la casa inglese era sotto il controllo di Romano Artioli, già patron della parentesi italiana della Bugatti (sotto di lui verrà prodotta l’iconica EB110). Il nome commerciale del modello si deve alla nipote di Artioli, Elisa, che all’epoca della presentazione aveva poco meno di 3 anni, e che ancora oggi conserva la speciale Elise che suo nonno fece costruire per lei nel ’97.

L’Elise ha una carrozzeria “targa” con tettuccio in tela e pannelli in vetroresina, poggiata su un monoscocca in profili di alluminio incollati così avanzato già all’epoca che non solo è stato utilizzato sostanzialmente invariato per oltre 25 anni, ma si è prestato come base per svariati modelli, come la Opel Speedster, alcune elettriche come la prima versione della Tesla Roadster e la meno nota Detroit Electric SP.01, e le mostruose ed eclettiche Rezvani Alpha e Hennessey Venom GT, derivata dalla Exige che a sua volta è derivata dall’Elise.

Nella storia dell’automobile sono pochi e iconici i modelli costruiti così a lungo e con così poche modifiche, ancora meno se si considera l’anno di concepimento dell’Elise, e la veloce evoluzione del mercato e delle normative nel corso del ventunesimo secolo.

Immagine di apertura via Wikimedia.


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