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All’estrema destra piace il governo di Israele

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In un articolo pubblicato su Jacobin Italia, Lena Obermaier (dottoranda in Politiche del Medio Oriente all’Università di Exeter) spiega il rapporto tra i partiti europei di estrema destra e lo Stato d’Israele.

Partendo dagli scambi cordiali tra Benjamin Netanyahu e il partito tedesco Alternative für Deutschland, Obermaier si interroga sul perché molti partiti di destra in Europa corteggino le comunità ebraiche locali e lo stato di Israele. Secondo la ricercatrice, queste azioni sono mirate a dare una patina di rispettabilità al populismo conservatore e segnare una cesura con il passato antisemita, ma non solo. Israele è visto come un modello:

Se la destra europea adula Israele è anche perché, in quanto Stato etnonazionalista, Israele fornisce una sorta di modello a un’Europa che fatica a trovare un consenso su come gestire i suoi confini.

Un nemico comune (Israele è visto come «la prima linea di difesa dell’Occidente contro l’Islam» — parole di Geert Wilders) è il secondo motivo di vicinanza tra Israele ed estrema destra, mentre un terzo fattore di attrazione è il militarismo sionista (che si esprime per esempio nel «grilletto facile» che vorrebbero anche alcuni partiti europei contro i clandestini).

E lo stato di Israele come si comporta verso queste infide adulazioni? Secondo Obermaier, vi è ben poca resistenza, anzi:

Gli ultranazionalisti sotto l’amministrazione Netanyahu sono stati ansiosi di unirsi a politici apertamente antisemiti e affiliati ai nazisti come l’ex vice-cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache. Sfortunatamente, poco cambierà finché il governo di destra israeliano, ora guidato da Naftali Bennett, cercherà alleanze con i suoi omologhi in Europa.

Immagine: Palácio do Planalto, Jair Bolsonaro e Benjamin Netanyahu.


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