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Argentina 2015: l’insostenibile leggerezza di Sergio Massa

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Su suggerimento di @Luis K.

 

In Argentina c’è qualcuno che esce sconfitto più di altri da questo primo mese di elezioni: Sergio Massa, quello che nel 2013 sembrava l’unico in grado di sconfiggere il Kirchnerismo. Il Fronte Rinnovatore ha raggiunto il 33.7% a Salta, 7.7% a Santa Fe, 0% a Mendoza (ma appoggiava la coalizione UCR-PRO), 0.9% nella Capitale; i rovinosi risultati sono un freno per le ambizioni presidenziali del deputato bonaerense Sergio Massa.

La sconfitta più pesante per Massa è senza dubbio quella della capitale federale, Buenos Aires. Non solo il suo candidato di bandiera, Guillermo Nielsen, non raggiunge alle PASO il quorum necessario per partecipare alle elezioni, ma neanche Gabriela Michetti, a lui gradita, riesce nell’intento di scardinare il candidato del sindaco Mauricio Macrì alle primarie di Proposta Repubblicana.

Il difficile quadro elettorale si complica ancora di più se si pensa che il governatore eletto della provincia di Neuquen, Omar Gutiérrez, disconosce il patto stipulato con Sergio Massa. Non ultimo, il tentativo di Sergio Massa di uscire dall’angolo non ha sortito gli effetti sperati; né il rilancio della sua candidatura né l’accordo con il governatore di Córdoba, Jose Manuel de la Sota, per le Primarie hanno avuto grosso riscontro sulla stampa.

La perdita di visibilità si traduce in perdita di consensi, ormai Massa viaggia inesorabilmente sotto il 20%, e comincia a perdere pure candidati e dirigenti, come Darío Giustozzi candidato governatore per l’importante provincia di Buenos Aires, sfida chiave per gli equilibri federali, e doppiamente importante se si pensa che nel 2013 il Fronte Rinnovatore guidato personalmente da Massa era primo al 44%.

 

Immagine CC BY 4.0 di ? da Wikimedia Commons


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