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Argentina 2017: Le griglie di partenza [ES]

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A cura di @Luis.

Si è concluso il termine per inscrivere le liste per presentarsi alle primarie di agosto e come sempre la sfida più combattuta sarà la Provincia di Buenos Aires, che quest’anno rinnova i seggi per il senato.

Si vota come sempre per le primarie aperte, simultanee e obbligatorie (PASO) la seconda domenica di agosto degli anni dispari, chi non passerà la soglia del 1,5% dei voti validi non verrà ammesso alle elezioni del 22 ottobre nel distretto di appartenenza, e le province, per le proprie consultazioni locali, possono decidere se aderire o meno al sistema delle PASO.

Quest’anno sono in palio 127 dei 257 seggi alla Camera dei Deputati e 24 dei 72 seggi al Senato della Nazione, 3 per ognuna delle province di Buenos Aires, Formosa, Jujuy, La Rioja, Misiones, San Juan, San Luis y Santa Cruz.

Per la camera vi sono 24 distretti elettorali, che corrispondono alle province e alla Capitale Federale, i seggi vengono distribuiti in proporzione alla popolazione e per la loro assegnazione viene utilizzato il metodo d’hont, per il senato invece indistintamente dalla percentuale ottenuta 2 seggi vengono assegnati alla lista che abbia ottenuto più voti e il restante seggio alla seconda lista.

La grossa novità di quest’anno è la fine del Fronte per la Vittoria, la formazione politica dei Krichner che aveva dominato per 12 anni la scena politica argentina, che dopo lotte intestine e accuse reciproche per la sconfitta del 2015 ha visto la definitiva rottura tra il kirchnerismo e il peronismo tradizionale, che compiteranno in aperta contrapposizione in 8 distretti elettorali, mentre nelle più importanti, come Mendoza, Santa Fe e nella Capitale Federale, alla luce degli importanti risultati ottenuti 2 anni fa, presenteranno le liste dell’Unità Giustizialista, o, Giustizialista per Vittoria.

In risalto sopra le altre si presenta la sfida nella Provincia di Buenos Aires, dove si candida al Senato l’ex-presidente Cristina Fernandez de Kirchner, alla luce del grande conflitto sociale causato dal suo successore, nonché dai suoi guai giudiziari, per la Unidad Ciudadana, alleanza formata senza comprendere il vecchio Partito Giustizialista (o Peronista), anche se porta con sé alla Camera personalità di spicco del peronismo tradizionale quali Daniel Scioli, ex-governatore bonaerense, e Fernando Espinoza, presidente del Partito Giustizialista locale e sindaco dell’importante città di La Matanza.

Due ex-fedelissimi di Lady K. raccolgono la sfida di detronizzare la loro vecchia regina celeste y blanco per conto del peronismo tradizionale, sono l’ex-ministro degli interni Florencio Randazzo, che si candida in prima persona al Senato, e il sindaco di José C. Paz, Mario Ishii, per chi mastica politica patagonica può sembrare una fatto abbastanza sconcertante, sintomo della grande confusione regnante nel peronismo dopo la perdita del potere nel 2015.

Dalla Casa Rosada hanno serrato le fila attorno a Esteban Bullrich come candidato a senatore, non verrà permesso ad altri della coalizione oficialista presentarsi alle primarie, e, nonostante i numerosi mal di pancia degli alleati radicali, hanno ripescato il simbolo di Cambiemos, con il quale avevano vinto provincia e presidenza due anni fa; Bullrich è ministro dell’istruzione, uno dei campi dove l’operato di Mauricio Macri è più discusso e controverso, la sua candidatura è segno che l’ex-principale del Boca Juniors vuole legare il risultato delle elezioni a Buenos Aires alla sua immagine personale e del suo governo.

Da terzo incomodo, che potrebbe non essere tale in realtà, gioca il Fronte Rinnovatore, scissione del vecchio FpV, che re-inventatosi come partito di centrosinistra si presenterà insieme a quel che resta del Fronte Progressista Civico e Sociale nell’alleanza 1Pais, che porterà al Senato, Sergio Massa, che si presenta espressamente per sconfiggere la De Kirchner, e Margarita Stolbizer, ex-candidata presidenziale di centrosinistra. Nel 2013 in provincia Massa, da solo, era al 44%.

Un po’ di dati curiosi:

  • In Argentina si vota mettendo dentro una busta di carta le liste contenenti le immagini dei candidati scelti; è un sistema considerato da più parti anacronistico e che si è tentato di cambiare più volte, senza successo.
  • Il Fronte di sinistra e dei lavoratori (trozkista) sembra in declino dopo gli importanti successi degli anni scorsi, a quanto pare i kirchneristi radicali che votava trozkista per fare uno sgarbo ai compagni giustizialisti sono intenti a tornare nell’ovile.
  • Lady K. vuole approdare al Senato nonostante non ci sia un reale pericolo di perdere la maggioranza assoluta per l’alleanza oppositrice, a differenza della Camera dove questa manca.
  • Il Peronismo Federale, la prima voce di dissenso interna al Partito Giustizialista contro i bolivariani K., questa volta si presenta ovunque come costola del kirchenrismo.
  • Carlos Menem, che accontenta tutti nello scontentarli, a 86 anni sarà candidato per la terza volta al Senato, manco a dirlo con il beneplacito di tutti.

Immagine da Wikimedia.


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