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Batteri cavernicoli e resistenze agli antibiotici

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A cura di @Baco.

L’antibiotico-resistenza rappresenta, come è noto, una delle più grandi sfide della medicina moderna.
La diffusione massiva e capillare delle terapie antibiotiche nell’ultimo secolo ha determinato una spinta evolutiva consistente nei confronti dello sviluppo di nuovi meccanismi biologici di difesa da parte dei microorganismi.
Si pensava che l’antibiotico-resistenza fosse il risultato dello stretto rapporto di vicinanza tra gli organismi maggiori (piante, animali e funghi) e i batteri. In altre parole, solo la convivenza forzata tra i microorganismi e gli organismi colonizzati rappresentasse il motore del processo evolutivo.
In un recente studio pubblicato su Nature Communication da un gruppo di ricercatori della McMaster University ad Hamilton, in Canada, è stato dimostrato che questa concezione è solo in parte corretta.
Gli studiosi si sono concentrati su di una singola specie microbica, il Paenibacillus sp. LC231, rinvenuta nelle profondità della Lechuguilla Cave, in New Mexico – una delle grotte più lunghe al mondo e la più profonda degli Stati Uniti – dove non esistono forme di vita superiore e in un punto che è rimasto isolato dal mondo esterno per circa 4 milioni di anni.
È stato dimostrato con studi genetici che questo batterio presenta un largo spettro di resistenze. In particolare, la specie risulta invulnerabile a 26 dei 40 antibiotici testati su di essa, inoltre possiede 18 elementi genetici che codificano per la capacità di resistenza agli antibiotici. Di questi, 12 sono simili a quelli presenti in altri batteri, ma gli altri sono coinvolti in ben cinque meccanismi di resistenza che non erano mai stati osservati prima.
Lo studio mostra come la resistenza sia un meccanismo cardine nell’evoluzione batterica e rappresenti un adattamento necessario e indispensabile per la sopravvivenza di queste specie in ambienti complessi e isolati, con condizioni estreme di temperatura, pressione, livelli di umidità e scarsità di risorse.
La scoperta di nuovi meccanismi di resistenza rappresenta un notevole passo in avanti nella ricerca di nuovi presidi terapeutici per combattere infezioni da germi multiresistenti patogeni abbondanti nella pratica clinica.

Qui un articolo de ” Le Scienze”.

 

Immagine di The U.S. Food and Drug Administration – Team Tomato (6930), Public Domain, da Wikimedia Commons


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