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Brescia, Ceprano e Gela: storie di lotta contro l’inquinamento ambientale in Italia

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Su Valigia Blu un articolo di Rita Cantalino racconta tre storie presenti e passate di inquinamento e ingiustizia ambientale.

Brescia (relativamente ad un’area poi bonificata nel 2016) Ceprano e Gela tre località che rientrano nell’elenco dei cosiddetti SIN

“siti di interesse nazionale per le bonifiche. Si tratta di aree in cui, ai sensi dell’articolo 252 comma 1 del Testo Unico Ambiente decreto legislativo 152 del 2006, lo Stato ha riconosciuto la presenza di una contaminazione che ne ha comportato l’interdizione per tutelare la salute delle popolazioni residenti”

Sono sei milioni gli italiani che vivono in zone contaminate, dove vivere è pericoloso ed è attestato un aumento delle percentuali di tumori e morti rispetto alle medie.

“C’è uno studio specifico che riporta i numeri di questa correlazione: si chiama SENTIERI – Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento, ed è frutto del lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità”

Secondo il rapporto SENTIERI pubblicato nel marzo del 2023

“Tra il 2013 e il 2017, nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica SENTIERI si è stimato un rischio di mortalità maggiore del 2%, pari a circa 1.668 decessi l’anno. La percentuale dei decessi in eccesso rispetto al totale è pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7% nel 2006-2013 (Quinto Rapporto SENTIERI) al 2,6% nel periodo più recente (2013-2017)”

Il rapporto non accerta un nesso di causalità certo tra inquinamento e malattie, si limita a fotografare una correlazione e

“Si concentra sull’intersezione tra problemi sanitari e problemi sociali per le popolazioni residenti nelle aree inquinate e arriva alla conclusione che una serie di evidenze può portarci a parlare di ingiustizia ambientale per le comunità coinvolte” e cioè di  “condizioni che sovraccaricano le comunità: la presenza di siti contaminati, accompagnata da fragilità socioeconomiche e rischi sulla salute, superiori rispetto al contesto regionale di riferimento”.

Le storie di Brescia, Ceprano e Gela non sono diverse da quelle di Porto Marghera, Casale Monferrato, Balangero, Taranto e tanti altri territori nei quali vennero avviate attività industriali portatrici nell’immediato di benessere, aumento demografico e reddito, ma che nel lungo periodo si sono rivelate portatrici di contaminazione, perdita di lavoro e conseguenze sanitarie.


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