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Brexit non è rivolta della plebe, ma il tradimento dell’élite

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Su suggerimento e a cura di @cocomeraio

Per Massimo Mazza il voto per la Brexit è figlio di politiche e scelte sbagliate dell’élite britannica, che ha cavalcato la tigre del nazionalismo e dell’identità sino a conseguenze non preventivate.

La Brexit non è un voto contro il sistema e non è un voto semplicemente razzista, è piuttosto l’espressione di un neo-nazionalismo cresciuto all’ombra della propaganda dell’élite britannica, un nazionalismo che trova i suoi nemici nei capri espiatori impiegati dalla classe dirigente per giustificare fallimenti e scelte dettate da ben altre intenzioni e interessi.

Il convergere della sinistra verso la piattaforma della destra ha costretto quest’ultima a giocare la carta dell’identità e chiamare a raccolta il proprio elettorato non più contro il comunismo, ma contro la minaccia di gruppi di persone all’identità della nazione e d’un popolo idealizzato nelle sue virtù, al quale come sempre la destra promette il ritorno a un’età dell’oro.

I richiami ossessivi quanto assurdi al recupero della sovranità nazionale, la propaganda contro l’altro, sia l’immigrato «invasore» o il «traditore buonista» autoctono, sono merce comune e quotidiana da decenni in Europa di forze non necessariamente antisistema.

 

Immagine da Wikimedia Commons


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