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Cibo “anticrimine”, il valore nascosto della filiera corta

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A cura di @Akiro (modificato).

Un articolo pubblicato su Valori riassume l’impatto che le mafie hanno avuto nel 2017 sul settore alimentare italiano, dove gestiscono un volume d’affari di poco inferiore ai 22 miliardi. Basandosi su un rapporto della Fondazione Coldiretti e dell’Eurispes ed sui dati del Ministero Politiche Agricole, l’articolo espone un quadro complessivo della situazione e dei danni che inflitti all’economia italiana regolare.

Per quanto riguarda le certificazione, emerge un basso tasso di irregolarità per le coltivazioni biologiche e livelli ben più alti per Dop, Igp e Sgf.

Di questi controlli, ben 17.646 hanno riguardato 8.840 aziende bio e i produttori di alimenti e vino a denominazione d’origine protetta (Dop), la produzione a indicazione geografica (Igp) e le specialità tradizionali garantite (Stg). Se nel caso dei prodotti da agricoltura biologica la percentuale di irregolarità è alquanto bassa (5,6% dei campioni controllati), gli ispettori ICQRT hanno invece riscontrato tassi decisamente più alti nel caso di prodotti Dop, Igp e Sgf, inclusi i vini: quasi 1 produttore su 3 che non ha rispettato le norme e tra il 17 e il 22% di prodotti non conformi.

Immagine da Wikimedia.


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