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Cinque questioni da non sottovalutare sulla straordinaria crisi catalana

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Su suggerimento di @Mbfacundo e @uqbal.

Nonostante le legittime preoccupazioni che suscita, la crisi catalana potrebbe rappresentare fonte di grandi opportunità perché dovrebbe consentire di rimettere al centro del dibattito pubblico alcune questioni politiche, costituzionali ed economiche che troppo a lungo sono rimaste nell’ombra negli ultimi decenni.

In particolare secondo Rocco Todero su Il Foglio, il tema più importante è il rapporto tra cittadini, costituzioni e la capacità della politica nel contesto liberale democratico di trovare punti di mediazione tra istanze diverse

Il fenomeno non deve necessariamente essere visto con soverchia preoccupazione. Le costituzioni rappresentano documenti storici ai quali non è realistico assegnare la funzione di cartello stradale che segnala la “fine della storia”.[…] La capacità di sapere “trattare” con dottrine scandalose è l’abilità principale che dovrebbero possedere le società complesse e pluralistiche e le elites che si candidano a guidarle. […] Una minoranza consistente (il 40%, il 45%, ma anche il 35%) può già rappresentare un problema cui porre adeguata attenzione e dedizione ancor prima che diventi espressione di una maggioranza consolidata. […] Ma per evitare che le spinte dal basso, quando assumono particolare consistenza, degenerino in reazioni incontrollate è necessario che anche le Costituzioni prevedano meccanismi di modificazioni non eccessivamente rigidi. Ancora una volta la questione catalana è un caso esemplare.

Un breve articolo pubblicato un mese fa sull’Economist giudica invece giuste le richieste ma sbagliate le azioni intraprese.

Immagine di Adam Jones via Flickr, CC BY 2.0


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