un sito di notizie, fatto dai commentatori

Come mai così tanti operatori medici si sono infettati con l’ebola? [EN]

25 commenti

Su suggerimento e a cura di @Ander Elessedil

Il Cidrap, il Center for Infectious Disease Research and Policy, istituto dell’università del Minnesota, raccoglie in un articolo tre recenti fatti concernenti l’epidemia di ebola che si sta esaurendo in Africa Occidentale.

Un’infermiera scozzese, infettata alla fine del 2014, è stata di nuovo ricoverata a inizio ottobre a Londra per gravi problemi fisici causati molto probabilmente dal virus ebola. E’ infatti noto che molti di coloro che sopravvivono alla malattia siano vittime di disturbi cronici e conseguenze a lungo termine, in particolare a occhi, reni e articolazioni.
Poiché il virus sembra rimanere in “riserve” all’interno del corpo per mesi, per esempio negli occhi, ai contatti diretti dell’infermiera è stata proposta l’assunzione del vaccino VSV-HEBOV, attualmente in sperimentazione di fase III in Africa. Circa il 60% ha accettato di sottoporsi al trattamento. La decisione è stata presa anche per eliminare qualsiasi residuo rischio di contagio, benché già ridottissimo.

Un gruppo di ricercatori dell’Ohio ha analizzato il rischio di infezione degli operatori medici per quanto riguarda la cruciale fase della svestizione delle tute di contenimento. Uno degli aspetti più difficili da comprendere dell’epidemia è stato l’alto numero di medici e infermieri infettati, con più di 800 casi e più di 500 decessi, anche persone dotate di attrezzature e addestramento all’avanguardia.
Lo studio, basato sulla simulazione del virus attraverso una lozione fluorescente, ha mostrato che fino quasi a metà delle persone subiva una contaminazione della pelle nell’atto di togliersi i guanti e i camici.
L’assenza di un protocollo validato di svestizione è una questione molto sensibile, anche le direttive del CDC, seguite da quasi tutti, non offrono la sicurezza necessaria agli operatori.
Il vecchio consiglio di lavarsi con cura le mani rimane imprescindibile, non solo per il virus ebola ma per ogni patologia simile, almeno fino a quando non si riuscirà a produrre un protocollo adeguato.

Un altro gruppo di studiosi, a Londra, ha elaborato un modello matematico dell’epidemia cercando di comprendere l’impatto della fornitura di migliaia di letti attrezzati in Sierra Leone.
Se da un lato il modello mostra che si sono evitate decine di migliaia di morti grazie alla fornitura, dall’altro lato ha calcolato che se la risposta internazionale fosse stata più celere, anche solo di un mese, i casi sarebbero stati la metà, rinforzando ancora il messaggio che si poteva fare di più per bloccare l’epidemia contenendola in numeri più ridotti.

 

Immagine di Simon Davis/DFID via Flickr, CC BY 2.0


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.