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Debito pubblico, una questione di interessi

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Su suggerimento di @Massimo011.

In un lungo articolo uscito sul sito online “Economia e Politica”, vengono prese in esame le varie cause dell’attuale livello del Debito Pubblico italiano, analizzando come si è cercato di ridurne il peso finora e su come ci si potrebbe impegnare per ridurlo in modo efficace in futuro.

Sulle cause dell’esplosione del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo se ne sono sentite di tutti i colori: per i moralisti “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità”; per i giustizialisti “sono i lavoratori autonomi che non pagano le tasse”; per i futuristi “viviamo sulle spalle delle future generazioni”; per gli austeritisti “c’è troppa spesa pubblica”; per gli integerrimi “è tutta questione di corruzione”; per i giovanilisti “si spende troppo per le pensioni”; e così via, ben oltre ogni limite d’immaginazione.

Vi è, tuttavia, un aspetto curioso che accomuna una buona parte dei commentatori che si (pre)occupano del debito pubblico italiano: essi sembrano nutrire uno scarso interesse verso le cifre che caratterizzano questo aggregato. In particolare, sembra esservi una relazione di proporzionalità inversa tra la veemenza con cui ci si scaglia contro il debito pubblico e l’interesse a capire come esso abbia raggiunto le dimensioni attuali. Insomma, siamo nel tipico caso in cui ci si guarda bene dall’esaminare i numeri per evitare di offendere rispettabili opinioni precostituite.

 

 

Immagine da Wikimedia Commons.


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