Il sito Il Bo Live, dell’Università di Padova, presenta una serie di quattro video dedicati alle Dolomiti.
Nel quarto ed ultimo episodio “Dolomiti: Racconto della montagna” gli autori si sono chiesti qual è il modo migliore e più giusto di parlare della montagna, e l’hanno chiesto ai loro tre ospiti:
Cristina Da Rold, giornalista scientifica, Pietro Lacasella, curatore di L’AltraMontagna, progetto online che approfondisce temi ambientali e sociali delle Terre Alte attraverso articoli, video e podcast, e lo scrittore Matteo Righetto, che nei suoi libri racconta la montagna riservandole un lucido sguardo ecologista (suoi La pelle dell’orso, I prati dopo di noi, La stanza delle mele, Il sentiero selvatico). Tre voci, tre esperienze, tre sguardi diversi accomunati da uno stesso profondo “sentire”, fondato sulla cura delle parole, nel rispetto di un ambiente bellissimo e fragile.
Dice Da Rold, nata e cresciuta a Longarone e attualmente residente a Belluno:
Questo è il luogo dove ho imparato il silenzio, a osservare senza toccare, a non voler possedere: lo dico senza voler esagerare, so bene che queste cose si imparano anche a scuola e nella relazione con gli altri, non voglio alimentare la visione edulcorata di cui ho parlato prima e che non mi appartiene.
Aggiunge Lacasella, antropologo e curatore di L’AltraMontagna:
spesso il turista sale in montagna spinto dal desiderio di fotografare ciò che ha visto decine di volte sui social network. Scattando queste fotografie non è raro che si vada a replicare un immaginario e un’idea di montagna che si è sedimentata dentro di noi. Si crea un circolo vizioso, perché più un luogo viene fotografato e condiviso, più cresce la sua carica attrattiva. La verità è che le Dolomiti, le Alpi e gli Appennini custodiscono anche tantissimi altri territori, dotati di fascino ma più nascosti, a volte considerati di serie b, di transizione come quelli prealpini, da attraversare in fretta per raggiungere la ‘vera montagna’
Conclude Righetto, scrittore che ha scelto le Dolomiti come casa, non solo fisica ma anche poetica e filosofica:
un conto è raccontare la montagna dall’esterno, come il più delle volte i lettori possono verificare, altro è raccontarla dall’interno, dalla sua intimità, per essere parte della montagna o, come diceva Aldo Leopold, pensare come una montagna, tenendo conto di tutte le relazioni sistemiche, non solo tra umano e non umano, offrendo a chi legge anche ciò che gli occhi non vedono e i sensi non colgono
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