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È il giorno della solidarietà con la Bielorussia

È il giorno della solidarietà con la Bielorussia

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Il 25 marzo 1918, in seguito alla resa russa agli Imperi Centrali, la Repubblica Popolare Bielorussa dichiarò unilateralmente la propria indipendenza. Non venne ufficialmente riconosciuta dall’Intesa perché troppo dipendente dai tedeschi, e già l’anno successivo soccombette al controllo sovietico.

Per celebrare tale data, ricorre oggi la giornata della solidarietà con la Bielorussia, una giornata atta a non dimenticare in questi tempi di guerra un altro popolo europeo oppresso dalle carcerazioni preventive, dalle persecuzioni politiche, dai processi farsa e dalle perquisizioni intimidatorie del regime di Lukashenka.

“Mentre continuano gli spaventosi atti di aggressione contro l’Ucraina e i crimini contro l’umanità in Bielorussia, è importante unirsi nella condanna delle azioni di Putin e Lukashenka e lavorare collettivamente per difendere i valori della democrazia e della libertà. Le azioni illegali di questi due dittatori rappresentano una minaccia diretta e immediata alle basi stesse della sicurezza in Europa. Rivolgo un appello urgente all’Italia e all’intera comunità europea affinché agiscano con decisione, dimostrando che la comunità internazionale non tollera la distruzione di vite innocenti. Restiamo uniti, con convinzione e coraggio, difendendo i principi che ci stanno a cuore e salvaguardando il futuro della nostra comune casa europea!”.

Con queste parole, la presidente eletta della Bielorussia. in esilio a Vilnius, lancia un appello all’Italia e all’Europa in occasione della giornata di solidarietà con la Belarus che si celebra oggi, 25 marzo. Sviatlana Tsikhanouskaya era il principale candidato dell’opposizione alle elezioni presidenziali del 2020, “rubate” poi da Lukashenka. Le massicce proteste di piazza seguite alle elezioni farsa attirarono l’attenzione della comunità internazionale globale. Il trio di donne composto da Sviatlana Tsikhanouskaya, Maria Kalesnikava e Veronika Tsepkalo divenne il simbolo del cambiamento possibile.

Le marce delle donne, dopo la violenta repressione delle manifestazioni pacifiche dei primi giorni, diedero continuità e speranza al movimento democratico. A tre anni da quelle elezioni rubate, dalla feroce repressione dei manifestanti pacifici, dagli arresti, dalle torture e dalle uccisioni, i crimini di Lukashenka restano impuniti e continuano ancora a colpire qualsiasi voce di dissenso. Lo scorso 6 marzo, Sviatlana Tikhanovskaya è stata condannata in contumacia a 15 anni di reclusione da un tribunale di Minsk.

Ne scrive Eleonora Mongelli su Linkiesta.


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