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Elio Petri, anatomopatologo del reale

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Su suggerimento di @Friedrich Felini.

33 anni fa moriva Elio Petri. La sua capacità analitica della situazione politica italiana e la potenza visionaria del suo cinema ne fanno uno dei più importanti registi italiani, la cui opera rimane ancora poco conosciuta e poco studiata, salvo eccezioni. Riguardando i suoi film e leggendo i suoi testi, se ne percepisce la straordinaria attualità del pensiero e dell’immaginazione visiva, capaci di donare al presente configurazioni di senso inattese, spesso più lucide di tanti sguardi contemporanei. Giacomo Tagliani ne parla in questo articolo, partendo dal libro di di Alfredo Rossi “Elio Petri e il cinema politico italiano”, edito nel 1979 e recentemente ripubblicato.

Recentemente tornata sotto i riflettori grazie anche al restauro da parte della Cineteca di Bologna del suo film più scandaloso, Todo modo, uscito nel 1976 e sequestrato due anni dopo in seguito al rapimento e alla morte di Aldo Moro, la carriera di Petri è affetta da una specie di schizofrenia a livello di riconoscimenti, elogiata e denigrata quasi senza soluzione di continuità.

 

Immagine by Dan Ch. [CC BY-NC-SA 2.0] via Flickr.


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