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Estate, montagna e Coronavirus

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Un articolo di Repubblica tratteggia una situazione economicamente disastrosa per la montagna italiana, aprendo con questi dati e questa dichiarazione:

Il Cai gestisce 373 rifugi in tutto il Paese. Le strutture salgono a 715 con bivacchi e punti tappa di escursioni a bassa quota. I posti letto totali sono 18.568, oltre 35 mila se si aggiungono quelli in rifugi privati: il coronavirus minaccia la sopravvivenza di oltre 5 mila famiglie di gestori, soccorritori e guide alpine, storici custodi delle terre alte. “Alle condizioni attuali – dice Mario Fiorentini, cadorino, gestore del rifugio Fiume sul Pelmo e presidente dell’associazione che in Veneto riunisce sessanta strutture – illudersi di una normale estate in montagna non ha senso. Ammesso che frequentarla sia possibile, il contagio imporrà regole nuove. I rifugi non sono alberghi, ma luoghi di condivisione. Si dorme in camerate comuni, i bagni sono collettivi, le cucine sono piccole, i pasti vengono consumati su tavolate uniche: l’opposto del distanziamento sociale.

Rispetto a ciò che viene riportato in questo articolo, a stretto giro, il CAI fa alcune precisazioni tramite un suo comunicato. Il Vicepresidente Antonio Montani dichiara che

Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club alpino italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi […] Faremo di tutto, sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c’è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle nostre Sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture

Ciò risulta particolarmente vero dalla lettura di questo articolo e dei suoi link interni su montagna.tv, dove si evidenzia che il CAI ha messo mano alla questione rifugi – sono 794 e rischiano di morire di solitudine e mancanza di visitatori – istituendo un fondo per pagare alle sue Sezioni gli affitti che i rifugisti non potranno pagare.

Sulla stessa rivista online, sullo stesso tema, un’intervista a Lorenza Bonaccorsi, attualmente Sottosegretaria di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.


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