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Ghosts ’n Goblins, cavalieri in mutande

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Spazio Game ripercorre con un articolo suddiviso in due parti la storia del celebre Ghosts ‘n Goblins, il videogame pubblicato dalla Capcom nel 1985 da cui  ha avuto origine una delle serie videoludiche di maggior successo della seconda metà degli anni ottanta.

 Ghosts ‘n Goblins è forse una delle primissime serie videoludiche ad avere un autore ben preciso: Tokuro Fujiwara. Spesso nascosto sotto pseudonimi e futuro maestro di Shinji Mikami, questo silenzioso designer è stato uno degli artefici della Capcom dei tempi d’oro, quando la casa giapponese scopriva la pixel-art e cominciava a inseguire affascinata l’immaginario occidentale. Nella prima metà degli anni Ottanta Tokuro è entrato da poco in Capcom, ma già si è distinto nella progettazione di videogiochi da sala. Nel 1984 ha appena finito il maze-game Pirate Ship Higemaru, ma non ha perso lo slancio e il mondo (non solo giapponese) ha ancora fame di coin-op. Egli quindi rielabora la leggenda di Re Artù, amplificandone la componente oscura. E non è difficile immaginare che una delle sue principali ispirazioni sia stata il film Excalibur di John Boorman, uscito tre anni prima.

Immagine da Flickr.

 


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