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Le teorie del complotto e la questione razziale dietro l’attacco al Congresso americano

Le teorie del complotto e la questione razziale dietro l’attacco al Congresso americano

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di @Bam Bam ed @ex cocomeraio

La cosa più sorprendente dell’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2021 è che, paradossalmente, si sapeva che sarebbe finita così. Non serviva avere chissà quali doti divinatorie: bastava leggere quello che scrivevano sui social network i seguaci più fanatici e radicalizzati di Trump.

In effetti, è come se al Congresso statunitense si fossero materializzati – un po’ com’era successo a Charlottesville nel 2017 – molti meme della destra americana nati negli anni della presidenza Trump.

Ma oltre alle teorie delle complotto nate recentemente sulla rete c’è un mito nato prima di internet: quello della seconda guerra civile americana in cui una elite di combattenti ristabilisce i diritti dei bianchi eliminando i traditori del governo.

Ne parla Leonardo Bianchi in un articolo e in un podcast su Valigiablu.

 

In un articolo di FiveThirtyEight [EN]  Hakeem Jefferson sostiene che l’attentato alla democrazia statunitense del 6 gennaio sia, prima ancora che il risultato della disinformazione e della polarizzazione, la reazione dei suprematisti bianchi alla paura di perdere la loro posizione di dominio nella politica statunitense. Un sentimento esploso con l’elezione di Barack Obama alla Casa Bianca e cavalcato da Donald Trump e una parte del Partito Repubblicano.


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