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Il futuro del Mezzogiorno

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Su suggerimento e a cura di @Lowresoultion

Malgrado una profonda crisi economica e sociale il Sud Italia sembra combattere contro qualsiasi progetto di industrializzazione e contro la realizzazione di nuove infrastrutture, in favore di una tenace e romantica conservazione del territorio. Il nuovo ambientalismo meridionale, ormai sfociato nel “nonsipuotismo“, insiste con l’idea che non servono industrie e modernità ma si debba investire sulla cultura, il paesaggio e il turismo. Esprime così la sua perplessità Francesco Luccisano su Medium:

Dire che un Paese Europeo di 60 milioni di persone, il secondo più grande esportatore di manufatti nel nostro continente deve abbandonare la produzione e diventare una specie di grande Mauritius del Mediterraneo è segno di crassa ignoranza.

Eppure, malgrado la grande ricchezza culturale e paesaggistica, il Paese e il mezzogiorno perdono colpi, proprio per la mancanza di una visione moderna del settore nel suo insieme. Su Il Corriere della Sera Gian Antonio Stella ci ricorda che il Sud Italia ha 18 «patrimoni dell’umanità» (più di tutta l’Inghilterra) ma nel 2014 ha incassato 3,238 miliardi di dollari contro i 45,5 del Regno Unito. E nel 2015, dice il dossier Ciset e Confturismo, ha accolto in totale il 12,2% dei turisti stranieri. Poco più della metà del solo Veneto (20,5%) che con Lombardia, Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige copre il 71,5% del totale.

 

Immagine da Pixabay

 

 


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