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Il neurodiritto e i limiti del libero arbitrio

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Su suggerimento di @Humù e @GiMa

Linkiesta pubblica un’intervista allo psichiatra Pietro Pietrini, uno dei firmatari del memorandum ‘Le capacità giuridiche alla luce delle neuroscienze’.

La sfida della prova neuroscientifica in ambito processuale penale, ai fini dell’attribuzione di responsabilità, è quella di: a) identificare i circuiti cerebrali necessari alla formazione della consapevolezza e delle intenzioni; b) dimostrare se e in che misura i circuiti cerebrali dell’imputato fossero difettosi al momento di pianificare l’azione e di controllare un impulso; c) valutare quanto l’eventuale deficit possa aver influito sul compimento dell’azione illecita.

 

Immagine da Wikimedia Commons


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