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Il nuovo DEF e le piccole opere

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Su suggerimento di @lara.

 

Anche se in questi giorni si sta parlando molto dell’Expo (quindi di una grandissima opera), il nuovo DEF (Documento di Economia e Finanza) sembra andare controcorrente rispetto alle recenti politiche nei trasporti. La voce.info pone l’attenzione proprio sulla valorizzazione delle piccole opere: un punto di rottura rispetto alla programmazione passata. Si deve infatti avere una lunga lista di piccole opere da fare subito, per evitare la possibilità di un lievitamento dei costi, con delle opere piccole – appunto – che siano più utili per il miglioramento della rete dei trasporti.  E, come spiegato in questo secondo articolo, è lo stesso ministro a spiegare il cambiamento che così si presenta:

il taglio da 51 a 25 delle opere “prioritarie” va nella direzione di concentrare le risorse su quanto effettivamente realizzabile. Tra le 25 sono incluse cinque nuove opere ferroviarie appartenenti alla rete Av/Ac (la Galleria di base del Brennero, il Tunnel ferroviario del Frejus della Torino-Lione, il Terzo valico dei Giovi, la linea Av/Ac Napoli – Bari, la linea Av/Ac Milano – Padova), con un costo complessivo di 27,2 miliardi pari a circa il 38,4 per cento di quello totale (oltre 70,9 miliardi). Queste opere appartengono, per concezione, progettazione, processo decisionale meccanismi concessori a una fase che il nuovo ministro dichiara di voler archiviare.

Per altri appronfondimenti ci sono questi due articoli de La Stampa (le opere prioritarie e i nuovi punti sull’infrastruttura).

Immagine CC BY-SA 3.0 di Ivarfulanis da Wikimedia Commons

 


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