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Il rap e la cultural appropriation [EN]

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Su suggerimento di @bambee, dal Washington Post, 4 febbraio 2015,

 

A seguito dei recenti fatti di violenza in USA e di un recente articolo sulla musica e la legittimità di alcune forme musicali contemporanee, non si può non considerare un argomento che ha molto interessato l’opinione pubblica, in particolare statunitense: la cultural appropriation. Definita come una generale e superficiale adozione da parte di una cultura (spesso, quella storicamente dominante dei bianchi occidentali) di simboli appartenenti ad altre culture, nella musica il caso più eclatante è quello della cultura afroamericana, secondo molti esponenti saccheggiata da performer quali Iggy Azalea per il rap, ma anche da Miley Cyrus, Katy Perry e Taylor Swift, per il rap, il twerking e altri stereotipi estetici.
In questo articolo si parla in particolare di Iggy Azalea e della sua nomination ai Grammy nella sezione hip-hop, delle reazioni degli artisti afroamericani, per domandarsi poi a chi appartenga la musica rap, come mai un musicista come Eminem sia accettato come esponente del genere, per finire con una disamina dell’album di Azalea, considerato inaccettabile non perché lei sia bianca, ma perché faccia una pantomima del modo di fare rap.

Questlove, bandleader of the Roots, seemed to be at peace with that idea last summer when he told Time magazine, “We as black people have to come to grips that hip-hop is a contagious culture.

In aggiunta: il primo di una serie di interessanti essay di Questlove sulla cultura hip-hop

 

Immagine by Ralph Arvesen [CC BY 2.0] via Flickr


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