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Il ricatto del lavoro somministrato

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Francesca Faccini su Il Tascabile presenta una un’amara testimonianza su “agenzie di somministrazione” e lavoro interinale nel mondo del lavoro italiano.

Ma perché un’impresa dovrebbe scegliere di non tenere una lavoratrice ormai formata? Sebbene il servizio di somministrazione del lavoro abbia un costo – la tariffa copre una serie di attività quali l’acquisizione dei curricula, la selezione dei candidati, le pratiche amministrative –, ciò che sembra non avere un prezzo è la flessibilità esasperata che questi regimi contrattuali permettono. Le imprese affrontano la naturale ciclicità del carico di lavoro utilizzando maggiore manodopera nei momenti di picco e interrompendo il rapporto quando è ritenuto più conveniente, liberandosi in questo modo dalle responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Tale flessibilità fuori controllo non solo costringe le lavoratrici e i lavoratori a una condizione di precarietà estrema, ma li mette in una condizione di costante ricatto.

L’immagine in evidenza è tratta da Wikimedia su licenza Creative commons.


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