Paul Skallas, autore della Lindy Newsletter e conosciuto su Twitter come LindyMan, in un articolo sul New York Times (disponibile dietro soft paywall) osserva come la cultura pop intesa come stili di moda, produzione musicale e cinematografica, sia entrata, dagli inizi del 2000, in un loop autoreferenziale e monotono, impantanata in una costante rifinitura di ciò che è già stato prodotto.
Skallas individua fra le cause di questo cambiamento l’effetto paradossale di Internet. Nel 20esimo secolo, i cambiamenti e le avanguardie artistiche erano spinte dai media mainstream, i quali avevano un totale monopolio informativo e di influenza culturale. L’uso sempre più pervasivo di Internet ha invece decentralizzato le avanguardie culturali, che rimangono così nelle pieghe di internet, venendo sì riprese dai media ma senza mai davvero diventare rilevanti.
La cultura mainstream è rimasta invece bloccata e continua a riproporre sé stessa sotto forme leggermente modificate e rifinite, secondo Skallas, il motivo principale è dovuto al successo economico delle produzioni del passato, in quella che sarebbe un’altra applicazione del Lindy Effect:
Nassim Nicholas Taleb, a statistician and scholar, tweaked this idea into a broad theory of survivability in his 2012 book, “Antifragile: Things That Gain From Disorder.” He named it the Lindy Effect: “For the perishable, every additional day in its life translates into a shorter additional life expectancy,” he wrote. “For the nonperishable, every additional day may imply a longer life expectancy.”
For example, a play that has run on Broadway for five years will likely stick around for five more. He concluded: “The robustness of an item is proportional to its life!”
Mr. Taleb argued that the Lindy Effect helps explain why so many seemingly earthshaking new developments end up forgotten or disproved. For example, many scientists have spent the last decade in a state of alarm about the “replication” crisis: that many findings turn out not to hold up when other scientists repeat the studies.
L’applicazione di questo principio agli artefatti culturali produrrebbe quella che Skallas ha definito in un articolo su Medium la cosiddetta “Refinement Culture” : in altri termini, la banalizzazione e semplificazione dell’estetica contemporanea, concentrata più che altro a perfezionare ciò che già esiste applicando stilemi collaudati e confortevoli, piuttosto che provare a creare nuovi stili o paradigmi.
Let’s shift away from sports and on to another topic of refinement culture. Let’s discuss contemporary logos. The current aesthetic is supposed to be “clean” and frictionless. They are de-aging skin, smoothing hair, and brightening his eyes. They could be trying to make him look “healthy”.
For some reason they made the Quaker Oats man younger, slimmer and virile. Why? I have no clue. What does this have to do with Oats? I have no idea.
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