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La fragilità dei ponti è un problema in tutto il mondo

La fragilità dei ponti è un problema in tutto il mondo

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Un articolo pubblicato sul settimanale britannico The Economist, e tradotto per Internazionale da Andrea Sparacino, propone un’analisi sulle condizioni in cui versano i ponti in cemento armato costruiti nel secolo scorso.

I primi ponti non erano altro che tronchi d’albero piazzati sui corsi d’acqua da uomini primitivi. Da allora le tecniche di costruzione sono piuttosto migliorate: dal legno siamo passati alla pietra, poi al ferro e all’acciaio. Nel ventesimo secolo è apparso il cemento armato. Il cemento è un materiale molto solido, soprattutto se combinato con l’acciaio. Eppure questa settimana, a Genova, il ponte Morandi è crollato improvvisamente, provocando decine di vittime e rafforzando i timori degli ingegneri civili, preoccupati che in tutto il mondo i ponti costruiti in cemento armato si stiano deteriorando più rapidamente del previsto. Il Morandi è un ponte sospeso, o strallato (in cui i cavi, o stralli, sono ancorati a piloni o torri di sostegno), anche se presenta variazioni insolite rispetto al progetto classico. Questo tipo di ponte usa uno o più piloni da cui partono cavi d’acciaio che sostengono le campate. È diverso da un ponte sospeso come il Golden Gate di San Francisco, in cui i cavi che reggono le campate sono appesi verticalmente a un cavo principale ancorato a una delle estremità del ponte. I ponti strallati sono molto diffusi, soprattutto per coprire distanze minori rispetto a quelle dei ponti sospesi.

 

 


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