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La fuga dei pensionati

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Sempre più pensionati scelgono di trasferirsi all’estero. Pur rimanendo in termini assoluti un fenomeno limitato, il trend preoccupa l’INPS, che nel 2015 lo ha evidenziato nel rapporto World Wide Inps

In totale sono espatriati, negli ultimi cinque anni, 16.420 pensionati, 5.345 nel solo 2014. In termini di importi pagati, considerando solo la gestione privata, siamo passati dai 10 milioni del 2010 ai 91 milioni del 2014.

Il trend, per quanto marginale, spinse lo stesso presidente dell’Inps, Tito Boeri, a dirsene preoccupato, per più motivi. Primo, perché «questo fenomeno erode la base imponibile. Molti pensionati ottengono l’esenzione dalla tassazione diretta e non consumano in Italia (con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta). Il fenomeno non è compensato da flussi in ingresso di pensionati Inps che rientrano». Secondo, e meno intuitivo, perché l’Italia è uno dei pochi Paesi a riconoscere la portabilità extra-Ue della parte non-contributiva delle pensioni. Il famoso “retributivo” che i giovani possono solo rimpiangere serve quindi anche sovvenzionare questi trasferimenti. Da qui due domande: «Perché non smettere di pagare prestazioni non contributive all’estero?» e «Perché non investire in servizi per gli anziani (ad es. HCP), al fine di ridurre la fuga dei pensionati ed attrarre pensionati dall’estero?», si chiedeva il presidente dell’Inps.

Immagine da pixabay.


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