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La mia storia d’amore con Venezia

La mia storia d’amore con Venezia

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

In uno scritto pubblicato su Internazionale e comparso il 3 maggio scorso sul quotidiano francese Libération, il filosofo e scrittore spagnolo Paul B. Preciado racconta in terza persona il suo amore per la città di Venezia.

[…] Se il genere fosse una caratteristica naturale dipendente dall’anatomia, pensava mentre attraversava il rio San Felice fino in Fondamenta della Misericordia, parlare delle città in termini di genere non avrebbe senso. Sarebbe assurdo dire per esempio che Stoccarda sia energicamente maschile ed eterosessuale o che Atene straripi di femminilità. Ma se al contrario il genere fosse un insieme di codici culturali variabili nel corso della storia, che rispondono non tanto a caratteristiche anatomiche ma a un’estetica fisica accettata collettivamente come normale o sanzionata come patologica, allora questa caratterizzazione delle città sarebbe non solo pertinente ma fondamentale in termini politici. Venezia, si diceva attraversando i ponti del Rio de la Sensa, è la città travestita. Tutta la città si erge, come una drag queen, sui tacchi fragili delle fondazioni. L’intera città è una protesi che il desiderio solleva sulla laguna.

 


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