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La solita sconfitta di Marine Le Pen

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Al secondo turno delle elezioni regionali il Rassemblement National di Marine Le Pen era dato per favorito in molte regioni, ma perde ovunque. Francesco Maselli ha passato quattro giorni in Provenza per capire come mai, anche stavolta, il lepenismo fallisce.

Rendere il lepenismo presentabile, depurarlo dagli eccessi del padre Jean-Marie, apertamente razzista e xenofobo. Negli anni Marine Le Pen ha smussato le posizioni più dure, abbandonato la proposta di uscire dall’euro, ha persino cambiato nome al partito per renderlo meno compromesso con la storia estremista del Front national. E questa strategia ha funzionato.

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Dopo il deludente risultato del primo turno di queste elezioni regionali, molti però hanno notato che forse Marine Le Pen è andata troppo in là: se il Rassemblement national diventa un partito come gli altri, allora perché mobilitarsi per votarlo?

Dai risultati emergono segnali interessanti anche su Macron e sul futuro politico della Francia:

Una persona che conosce bene la strategia di Macron, e che ha accesso all’entourage del presidente, mi ha aiutato a mettere le cose in prospettiva: «È come se Macron avesse scoperto un software: distruggere i partiti tradizionali. Lo ha applicato a sinistra, a destra, e ora lo sta applicando al Rassemblement national. Il suo obiettivo di fondo è arrivare alle presidenziali con un sistema politico più diviso possibile».

Immagine da Pixabay


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