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La strage di Nizza e l’età psicotica

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Su suggerimento di @Ergosfera e di @Criceta

In relazione alla recente strage di Nizza, Pietro Barbetta su Doppiozero, provando ad utilizzare le categorie psichiatriche per analizzare l’attuale situazione politica, arriva a sostenere che ci si trovi in una “era psicotica”.

Nei sistemi psicotici conflitto, per definizione, significa distruzione. Bisogna far sempre finta che tutto vada bene. Nei momenti in cui il conflitto si mostra, lo fa in termini distruttivi, unica sua possibilità, giacché il resto deve essere dialogo.

Le ragioni di queste follie quindi, secondo l’autore, andrebbero rintracciate nel contesto socio-culturale di questa epoca, in cui i soggetti collettivi sarebbero incapaci di esprimersi sotto forma di dialogo e, incapaci di ragionare nei termini di dissenso e avversari ma solo per guerra e nemici, si manifesterebbero quindi in gesti eclatanti.

C’è sempre stato, nel fondamentalismo, il gesto solitario, estetico: infilarsi il passamontagna e avere un orgasmo, sessualità infantile. C’è sempre stato un Lee Harvey Oswald, un Shiran Shiran, un James Earl Rey, un Ygal Amir dei quali mai si saprà se hanno, o meno, agito da soli o per conto di un’organizzazione fondamentalista.

Questi atti contribuiscono quindi a creare un clima di incomunicabilità, il cui unico esito appare essere lo scontro e la contrapposizione: sul suo blog sul Fatto Quotidiano, Gianluigi Paragone ribadisce come l’odio debba essere, secondo lui, la giusta reazione verso gli autori di tali atti.

 

Immagine da Wikimedia Commons.


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