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La trappola della povertà da cui l’Italia non riesce a uscire

La trappola della povertà da cui l’Italia non riesce a uscire

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Su suggerimento di @NedCuttle21(Ulm).

Su Internazionale, un accurato reportage a cura di Roberta Carlini sulla povertà nel nostro paese e sugli strumenti concepiti per contrastarla.

[…] Si può partire da Falchera a Torino. Lo storico quartiere popolare nella periferia nord è uno di quelli dove molte persone hanno richiesto la Carta sociale sperimentale, introdotta nel 2012-2013 e limitata a dodici grandi comuni (poi estesa a livello nazionale con il Sostegno di inclusione attiva, Sia, a sua volta progenitore del Rei). I ricercatori dell’università di Torino hanno raccolto le storie di alcuni di loro. Mario, per esempio, ha 36 anni e vive qui con la moglie e un bambino di tre anni e a suo tempo aveva dimostrato di avere tutti i requisiti per ottenerla: il bisogno economico, un figlio piccolo e la prova di aver perso un lavoro regolare (se il lavoro era in nero, niente sussidio). A causa della crisi, da qualche anno è disoccupato, ma per fortuna il titolare del cantiere i contributi glieli pagava. Così ha potuto ottenere la carta, che però, dice, “ha molte limitazioni e ti senti anche un po’ inferiore (e ti fa sentire un po’ inferiore)”.


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