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La vita nelle carceri minorili italiane, in due canzoni rap

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Un articolo pubblicato su Internazionale affronta il tema della detenzione minorile nel nostro paese. L’autore si sofferma su uno dei progetti dell’associazione Defence for children Italia, il cui scopo sarebbe quello di fornire ai ragazzi detenuti negli istituti di Bari e Torino degli strumenti che possano permettere loro, una volta scontata la pena, di reinserirsi nella società.

In Italia il ricorso al carcere minorile si basa sul “principio della residualità” fissato dalla legge 272 del 1989. La norma prevede che la reclusione sia la soluzione più estrema tra quelle percorribili, ma nonostante questo nei 16 istituti penali per minorenni (Ipm) i detenuti sono 452, di cui 34 sono ragazze e 200 stranieri. La metà di loro è nata e cresciuta in Sicilia e Calabria, e sta scontando la pena in queste due regioni. Il 42 per cento ha meno di diciotto anni, mentre gli altri sono giovani che hanno compiuto un reato da minorenni ma che possono scontare le pene negli Ipm fino a 24 anni. Più della metà è detenuta non perché stia scontando un provvedimento definitivo ma perché si trova in custodia cautelare, e cioè è ancora in attesa di giudizio.

Immagine da Wikimedia.


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