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L’imperatore cinese

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Michael Schuman su The Atlantic fa un ritratto del capo di stato cinese Xi e delle sue ambizioni imperiali.

Secondo Nectar Gan (CNN), Xi condivide con Putin la visione di spezzare l’egemonia USA, riportando al centro delle sfide geopolitiche il proprio paese. La differenza — anche alla luce delle vicende ucraine — è che mentre le ambizioni di Putin appaiono velleitarie, quelle cinesi hanno ben altro spessore.

Schuman traccia un parallelo tra Xi e Mao, mostrandone le differenze:

Sebbene i confronti tra Xi e Mao siano inevitabili, il leader cinese oggi assomiglia, per molti aspetti, più a un imperatore imperiale che a un rivoluzionario marxista. Mao desiderava capovolgere l’ordine stabilito, sia in patria che all’estero, e fomentò sconvolgimenti politici e sociali per raggiungere i suoi obiettivi. L’agenda di Xi è molto più vicina a quella della Cina imperiale. Intende ripristinare la nazione come potenza dominante in Asia al centro di un nuovo sistema sinocentrico, di natura simile alla posizione che deteneva nella regione sotto le dinastie.

Paradossalmente secondo Schuman questo «piano imperiale» potrebbe danneggiare la Cina dall’interno: i dissapori nel Partito, la mancanza di “eredi” evidenti di Xi e l’imprevedibilità delle scelte politiche non aiuterebbero a governare efficacemente un paese di quasi un miliardo e mezzo di abitanti.

Un secondo articolo di Chris Buckley sul New York Times tocca un argomento simile: gli sforzi di Xi per uniformare e centralizzare la Cina. Le politiche in questo senso derivano anche da scelte di politica estera, visto che un paese diviso non potrebbe vincere contro gli Stati Uniti.

Il governo ha aumentato i finanziamenti per la ricerca storica e archeologica. Il sostegno è accompagnato da pressioni affinché i risultati dei ricercatori riflettano la narrativa ufficiale. I progetti dovrebbero “rivelare la formazione e lo sviluppo di una civiltà cinese diversa ma unita”, si legge nel piano quinquennale del governo per l’archeologia.

È proprio per questa visione che lo stato cinese si dimostrerebbe così spietato nella repressione degli uiguri e dei tibetani.


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