A cura di @Sguenz e @Ergonomico
Il Guardian dedica un articolo al movimento Casapound, che nel corso degli anni ha cercato di normalizzare il fascismo e sta ora tentando di entrare in parlamento:
By the early 2000s, it was no longer taboo for mainstream politicians to speak warmly of Mussolini: admirers of Il Duce had become government ministers, and many fringe, fascist parties were growing in strength – Forza Nuova, Fronte Sociale Nazionale, and various skinhead groups. But where the other fascists seemed like throwbacks to the 1930s, CasaPound focused on contemporary causes and staged creative campaigns: in 2006 they hung 400 mannequins all over Rome, with signs protesting about the city’s housing crisis. In 2012, CasaPound militants occupied the European Union’s office in Rome and dumped sacks of coal outside to protest on behalf of Italian miners. Many of their policies looked surprising: they were against immigration, of course, but on the supposedly “progressive” grounds that the exploitation of immigrant labourers represented a return to slavery.
Sulla Stampa Zagrebelsky spiega perché non vanno sottovalutate le reminescenze fasciste nell’Italia di oggi, non risparmiando critiche a Silvio Berlusconi e al luogo comune per cui il regime fascista avrebbe “fatto anche cose buone”:
Il fascismo è morto e sepolto. Non è un pericolo il fascismo: sono tutti morti. Il fascismo, nato come movimento socialista, ha avuto bisogno che arrivasse Mussolini o Hitler. Se non c’è in giro un Mussolini o un Hitler non succede niente. Pericoloso è semmai il movimento dell’antifascismo con i centri sociali, come si è visto a Piacenza con l’aggressione al carabiniere. Così Berlusconi l’altro giorno ospite di Fabio Fazio su Rai 1.
Immagine da flickr.
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