Su Il Foglio di oggi, Claudio Cerasa riassume il disorientamento di sostenitori e opposizione dopo il discorso programmatico di Giorgia Meloni, un intervento che ha rinnegato anni di posizioni più radicali su fascismo, Europa, diritti civili.
Discorsi, idee e ragionamenti delle opposizioni su come affrontare l’avversario politico sono apparsi improvvisamente spuntati, vecchi e superati dai tempi. Dopo mesi in cui Repubblica descriveva Meloni come estremista incapace di tagliare i ponti col passato, ieri ha dato spazio a Concita De Gregorio che ha definito Meloni “una fuoriclasse”.
[…] il trasformismo politico di Meloni è un fatto reale, seppure non completo, che costringerà le opposizioni a compiere scelte complicate. Costringerà il M5s a scegliere se inseguire l’evanescente linea Dibba o provare a fare concorrenza al Pd sul terreno del laburismo. Costringerà il Pd a scegliere se inseguire la linea “Meloni pericolosa per il suo non sufficiente anti fascismo” o la linea “Meloni pericolosa per la sua non sufficiente capacità di difendere la libertà economica”. Costringerà le opposizioni a scegliere se costruire, contro Meloni, le stesse barricate costruite ai tempi di Berlusconi, provando a trasformare la destra in una nemica della Costituzione, o se approfittare delle trasformazioni di Meloni per reinventare se stessa, mettendo di fronte al sovranismo con il loden un’alternativa diversa dal modello donchisciottesco dei mulini a vento. Meloni è cambiata. Lo farà anche l’opposizione?
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.