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Moana Pozzi, icona della libertà sessuale

Moana Pozzi, icona della libertà sessuale

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A cura di @s1m0n4.

Nicolò Zuliani ripercorre la vita e la carriera di Moana Pozzi, offrendoci un ritratto dal quale emerge una personalità antimoralista e avanguardista.

Poi, nel 1986 Schicchi e Moana hanno un lampo di genio: al Teatro delle Muse di Roma mettono in scena qualcosa di talmente avanguardistico che ancora oggi è impensabile: Curve deliziose. È uno spettacolo di teatro sperimentale. Moana racconta, nella sua autobiografia, che insieme a Cicciolina, davanti a una platea composta prevalentemente da maschi, si spogliano e fanno al pubblico domande sul sesso. Alla fine Moana si siede su una poltroncina di raso bianco e si masturba, finché quello tra il pubblico che poco prima aveva dato le risposte migliori viene invitato sul palco, fatto inginocchiare e invitato a praticare un cunnilingus, mandando il pubblico in delirio. Naturalmente dopo tre settimane Moana e Cicciolina vengono denunciate per atti osceni in luogo pubblico. Nel teatro c’erano anche sordomuti, disabili, uomini ai margini della società che non potevano sperare di avere una donna. Quelle tre settimane elevano Moana a Dea del popolo. Moana la liberatrice, l’antimoralista, mentre gli anni Ottanta del pentapartito di Craxi e le feste in discoteca di Gianni De Michelis sembrano chiamarla. Moana sa farsi desiderare e non disdegna di passare per il letto di persone influenti. Finisce su Raitre, dove conduce con Fabio Fazio la seconda edizione di Jeans.


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